‘Mario Tobino, per le antiche mura’ a Lucca Film Festival 2024

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Grande successo lunedì 23 settembre per la serata omaggio a Mario Tobino nella sezione “Focus Toscana” del Lucca Film Festival.

Sold-out al cinema Astra e lunghi applausi per la premiere di “Mario Tobino, per le antiche mura” scritto e diretto da Maria Erica Pacileo, con la produzione di Fernando Maraghini per la Fez Film e la collaborazione scientifica di Isabella Tobino per la Fondazione Mario Tobino.

Sold-out al cinema Astra e lunghi applausi per la premiere di “Mario Tobino, per le antiche mura” scritto e diretto da Maria Erica Pacileo, con la produzione di Fernando Maraghini per la Fez Film e la collaborazione scientifica di Isabella Tobino per la Fondazione Mario Tobino.

Prima della proiezione il Presidente del Festival Nicola Borrelli ha presentato al pubblico in sala il docufilm con la regista Maria Erica Pacileo, il produttore Fernando Maraghini, la Presidente Isabella Tobino oltre al Presidente FCRL Marcello Bertocchini.

Attraverso un attento lirismo registico, Maria Erica Pacileo ci racconta la disumanità della follia e l’umanità dei malati: due elementi narrati magistralmente da Tobino nei quattro romanzi dedicati al suo lavoro di psichiatra presso l’ospedale di Maggiano, vicino a Lucca, dove Tobino ‘abitò’ in quelle due minuscole stanze di ‘Casa Medici’ dal 1943 al 1980, e dove operò come primario del reparto femminile.

Nel film si alternano numerose voci, prima fra tutte quella di Isabella Tobino, a testimoniare il grande valore letterario e scientifico di Tobino, che verso la fine della sua carriera contrappose il proprio pensiero a quello di Basaglia. Molti anni dopo, questa diatriba intellettuale ci mostra quanto i due psichiatri fossero guidati dalla stessa intenzione: quella dell’amore per i ‘malati di mente’. Lo stesso amore che sta al centro della ‘cura’, e che Tobino confessò al mondo intero nel 1953, in occasione della pubblicazione del suo capolavoro ‘Le libere donne di Magliano’, dove a gran voce dichiarava: ‘Anche i matti son creature degne d’amore!’.

Tra gli i protagonisti anche Michele Zappella, neuropsichiatra infantile e come Isabella Tobino nipote di Mario Tobino. Attraverso i suoi ricordi di giovane studente di medicina delinea alcuni episodi vissuti insieme allo zio Mario nel divisione femminile dell’Ospedale Psichiatrico di Maggiano.

Intervengono inoltre il Prof. Vittorino Andreoli, il Prof. Stefano Redaelli, la Prof.ssa Paola Italia e la Prof.ssa Valeria Babini.

Il docufilm nasce dalla volontà di raccontare questa personalità e di approfondire le tematiche della malattia mentale da parte di Pacileo che, lucchese di origine e aretina di adozione, si è diplomata in regia cinematografica e televisiva per poi occuparsi di multimedialità con videoclip e opere video con cui ha ricevuto numerosi riconoscimenti in concorsi nazionali e internazionali. Il suo percorso professionale è poi proseguito con la creazione nel 2016 insieme a Maraghini della società di produzione cinematografica Fez Film con cui ha firmato anche il documentario “Roberto Assagioli, lo scienziato dello Spirito”, proiettato alla Mostra del Cinema di Venezia e poi distribuito da Prime Video.

“Mario Tobino, per le antiche mura”, sostenuto dal contributo di TCA e Sapra Group, rappresenta la sua ultima fatica per far scoprire il contributo di Tobino che, con “Le libere donne di Magliano” e altri libri, aveva reso note le condizioni di vita dei ricoverati all’interno degli ospedali psichiatrici e aveva raccontato la follia, portando alla luce una tematica ignorata, temuta o considerata tabù.

Il film sarà prossimamente proiettato nuovaente a Lucca e per la prima volta a Viareggioe e verrà poi distribuito a partire dal 2025. «La malattia mentale ai nostri giorni è ancora un tema caldo – spiega Pacileo, – dunque ritengo che parlare di Tobino sia tuttora utile e doveroso perché fu un uomo con una doppia visione. Da una parte, infatti, quella dello scrittore rivoluzionario che ha fatto conoscere la realtà del manicomio e dall’altra quella dello psichiatra che ha previsto il rischio dell’abbandono del più debole. E per primo, Tobino ha parlato della follia utilizzando la poesia: l’unica degna di raccontare la disumanità senza mancare di rispetto a chi, davvero, ha sofferto l’indicibile».

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