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Critica

In questa sezione vengono presentate le monografie dedicate all’Opera di Mario Tobino, come testimonianza della “fortuna critica” dell’autore presso il mondo letterario. Un indice completo degli interventi apparsi sulla stampa periodica dal 1931 al 2009 si trova all’interno della Bibliografia testuale e critica, volume pubblicato per iniziativa della Fondazione Mario Tobino.

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a cura di Giuseppe Emiliano Bonura, Giacomo Contiero, Paola Italia

Mario Tobino. Bibliografia testuale e critica (1931-2009)

Pontedera (Pisa), Bibliografia e Informazione, 2010, p. 166 (Quaderni di NBT ; 4)

Il volume, pubblicato in occasione del Centenario della nascita dello scrittore, raccoglie gli interventi di/su Mario Tobino compresi tra 1931 e 2009 includendo opere in volume, interventi su monografie, contributi su pubblicazione periodica, traduzione, recensioni e interviste. Completa la bibliografia una cronologia della vita a cura di Paola Italia.

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a cura di Giuseppe Emiliano Bonura, Giacomo Contiero, Paola Italia

Invito alla lettura di Tobino

Milano, Mursia, 1975, pp. 142.

Vengono trattati lo stile e la poetica delle opere di Mario Tobino pubblicate fino al 1975.
Comprende Tavola Cronologica della vita di Mario Tobino e una Nota bibliografica.

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Felice Del Beccaro

Tobino

Firenze, Il Castoro – La Nuova Italia, 1967

Vengono trattati lo stile e la poetica delle opere di Mario Tobino pubblicate fino al 1967.

Felice Del Beccaro

Breve presentazione dello stile narrativo di Tobino

È il poeta della libertà, della «dolce anarchia». Viareggio gli ha insegnato prima a vivere nella ribellione e ora a ricordare alla luce della modestia: sono i due tempi dello scrittore, ma la loro radice si nutre in quel mare, in quell’aria, meglio, di quell’idea. Il suo assunto di rivedere la società paesana e piccolo borghese di qualche decennio fa con occhio disincantato e spoglio di ogni retorica crepuscolare, di penetrare nei tragici e scarni dissidi della provincia d’allora, di svelare un costume violento e smaliziato sotto l’apparente conformismo, è stato capace di aprire una visione nuova alla narrativa d’impostazione ottocentesca. Tobino ha un timbro suo, è un elegiaco precipitato in tempi moderni, sí che il suo volto piú vero è iroso e dolente, commosso e virile nell’affrontare senza esitazioni la propria verità personale e storica, evitando di ingolfarsi nell’amaro gioco delle argomentazioni ideologiche, inseguendo la «trama fondamentale, l’armonico disegno di un’anima».

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11 settembre 1967, Tobino con Felice Beccaro e Gérard Genot