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Il storia di Maggiano.
Da Manicomio a Ospedale Psichiatrico

Il periodo Religioso

560 d.c.
Il Monastero
Sorge il Monastero di S. Maria che ospita i Canonici regolari di Fregionaia. All'inizio solo alcune capanne circondano la piccola chiesa e i religiosi conducono vite da eremiti in preghiera e povertà. Intorno al 1100 la contessa Matilde di Canossa restaura il complesso e gli dà una prima sistemazione.
560 d.c.
1258
Il Cenobio
Il cavaliere gerosolimitano Marcoaldo Malpigli lo amplia a proprie spese, lo dota di beni e di livelli, vi si ritira a vita monastica con due compagni e ne diviene il primo priore (dei Canonici regolari di Fregionaia). Da allora il Monastero di Fregionaia diviene un cenobio ricco e potente, centro di spiritualità e di cultura.
1258
1421
La crescita
Martino V riforma l’ordine che viene chiamato dei “Canonici Regolari Fregionari Riformati Lateranensi”; il Monastero raggiunge il massimo splendore: viene ampliato per far fronte all'aumentato numero di religiosi.
1421
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1501
L'ampliamento
Terminano i lavori di ampliamento del monastero.
1501
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1672
L'Annunciazione
Antonio Franchi dipinge per la chiesa una grande, luminosa, gioiosa Annunciazione.
1672
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Fine 1600 - inizio 1700
Le Tele
Giovanni Marracci (1637-1707), di Torcigliano di Camaiore, dipinge per la chiesa due grandi tele: S. Ubaldo che libera gli ossessi e Martino V che approva la Riforma dell’ordine (da canonici di Fregionaia a canonici Lateranensi.): il papa ha intorno i 12 religiosi riformatori in lontananza si vede il convento con dodici stelle che vi splendono sopra a prova della loro santità, e i pellegrini che vi confluiscono a piedi e a cavallo. Le tele ora si trovano al Museo Nazionale di Villa Guinigi
Fine 1600 - inizio 1700
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1747
L'altare maggiore
La chiesa viene dotata dell'altare maggiore, tuttora presente.
1747
1769
Riconversione
Il Consiglio Generale della Repubblica di Lucca individua nell’acquisizione dei beni dell'antico Monastero di Fregionaia (ormai in decadenza) lo strumento adatto a risollevare le condizioni economiche dell'Ospedale cittadino di S. Luca della Misericordia e contemporaneamente idoneo al ricovero e alla custodia dei malati di mente.
1769
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1770
S. Luca della Misericordia
Clemente XIV sopprime il Monastero e, grazie anche alla diplomazia accorta di Mons. Bonamici ambasciatore lucchese a Roma, concede il complesso con i suoi beni, in “enfiteusi perpetua”, allo “Spedale di S. Luca della Misericordia” affinché vi siano accolti e nutriti coloro che sono colpiti da un disturbo psichico.
1770

I° periodo

21 Aprile 1773
Il manicomio
Ristrutturato per accogliere “i pazzarielli”, viene aperto come Manicomio: vi entrano 11 ospiti fino ad allora rinchiusi nel carcere della Tone e altri 8 provenienti da altri luoghi. Lorenzo Bartolini, Rettore dell'Ospedale di S. Luca, scrive che il personale di sevizio in Fregionaia è costituito da 4 serventi uomini, di cui uno con funzioni di cuoco, e tre donne, delle quali una con funzioni di infermiera per le ricoverate, sotto l’autorità di un sacerdote, che aveva anche le funzioni di custode, che rappresenta il Rettore di S. Luca cui invia relazioni settimanali e dal quale riceve l’autorizzazione ai ricoveri e alle dimissioni, e di un chirurgo, che aveva anche le funzioni di infermiere per i ricoverati uomini. Senza l’obbligo di risiedervi vi lavoravano anche un secondo sacerdote, il Canovaro dell'Ospedale di S. Luca (Amministratore) che si reca a Fregionaia due volte al mese per rendersi conto delle necessità e per controllare le spese fatte, il Medico dell'Ospedale di S. Luca, che va a visitare i ricoverati una volta al mese in inverno e una volta la settimana da Aprile a Settembre e fornisce indicazioni al chirurgo infermiere.
21 Aprile 1773
1790-1800
Le manette
Vengono commissionate ad un fabbro “manette di ferro fabbricate per li pazzi”. La percentuale di dimissioni è bassa.
1790-1800
1808
Il Reale Spedale ed Ospizio di Lucca
In regime napoleonico l'Ospedale di Fregionaia viene inserito tra i Reali Spedali ed Ospizi di Lucca.
1808
1809
Il regolamento
Il Principe di Lucca e Piombino promulga il primo Regolamento Generale.
1809
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1810
L'asta
Fregionaia fu messa all'asta, che andò deserta anche perché era ancora occupata dai degenti che avrebbero dovuto successivamente spostarsi alla Quarquonia, nei locali della Villa Guinigi, attualmente Museo Nazionale, allora vecchio ospizio per poveri e gran reclusorio, e sottoposto a lavori di ristrutturazione per renderlo adatto alla nuova destinazione.
1810

II° periodo

1817
Il trattamento morale
Giovanni Buonaccorsi è nominato Chirurgo Infermiero: con lui entra, in ritardo rispetto a Firenze e a Parigi di oltre 20 anni, il Trattamento Morale dei malati di mente: per circa 38 anni si dedica a migliorare le condizioni di vita dei ricoverati, permette loro i lavori agricoli e le attività di svago; ripristina il Registro dei ricoveri (abbandonato qualche anno prima).
1817
1829
Visitate Fregionaia
Una “guida del forestiere” di Lucca consiglia di visitare Fregionaia: "...da vedersi e da considerarsi. È un luogo di delizia per l'amenità del sito, per la salubrità dell'aria...Tali vantaggi, uniti al miglior metodo curativo diretto dal Medico in capo dell'Ospedale di Lucca e seguito dal Chirurgo di stanza là ed uniti al trattamento, tutto dolce, tutto filosofico, senza ombra di violenza col non usare, se non in caso di necessità, della camiciola inglese e neppure del semplice racchiudere in camera, fanno si che vere guarigioni sono assai frequenti in questo Ospedale. Si procura di tenere i pazzi in azione, di farli anche lavorare: si mandano pure a passeggio...”
1829
1855
Il Chirurgo infermiero
Giovanni Buonaccorsi a 83 anni, quasi cieco, cessa le sue funzioni di Chirurgo Infermiero, dopo 38 anni di sevizio. Finora il numero dei ricoverati non ha mai oltrepassato il centinaio.
1855

III° periodo

PRIMA INVOLUZIONE DEL MANICOMIO: aumenta la medicalizzazione; peggiora il clima umano

1855
Peggiora il clima
Corrado Taddei De Gravina, molto stimato dal Granduca, a 44 anni, viene nominato Chirurgo Infermiero. Il clima umano inizia a peggiorare, man mano che aumenta il potere dei medici e gli interventi divengono prevalentemente sanitari. Il De Gravina ottiene che il Chirurgo Infermiero cambi qualifica in Medico Direttore e si renda così Autonomo dall’ Ospedale San Luca. Istituisce la balneoterapia. Inizia ad aumentare il numero dei ricoverati. Una epidemia di colera colpisce 46 ricoverati su 135.
1855
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1859
L'aggressione
Viene ferito mortalmente da un inserviente il direttore C. Taddei De Gravina nel giorno del suo 48° compleanno, su istigazione sembra del capo cuciniere accusato dei ripetuti furti di carne destinala ai malati.
1859
1860
Giuseppe Neri
È direttore Giuseppe Neri (gode dell'appoggio di Bettino Ricasoli, che viene di persona a visitare Fregionaia). Il Neri ottiene: un organo a tastiera e a cilindro molto usato dai malati, istituisce una sartoria interna, migliora il faticoso lavoro di attingere e distribuire l'acqua, fissa al pavimento i letti degli “agitati”, adotta letti speciali per gli epilettici, propone l'istituzione di una scuola elementare interna, ammoderna la cucina, impianta le "seggette" nelle latrine, termina l’impianto dei "bagni curativi" iniziati da De Gravina, distribuisce tabacco da fumo, raddoppia i cristalli alle finestre, ottiene la nomina di graduati dei "serventi de’ pazzi” (cioè caporali e vice caporali).
1860
1866
Gaetano Cappelli
L'onere del mantenimento del Manicomio passa alla Provincia in forza della legge comunale e Provinciale del 1865. Viene nominato direttore Gaetano Cappelli, che cerca di migliorare il clima interno al gruppo dirigente.
1866
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1867
La biblioteca medica
Il Cappelli fonda la biblioteca medica, acquista i primi strumenti di neurofisiologia istituisce il laboratorio per le indagini diagnostiche, realizza la scuola elementare interna per i degenti e per i figli dei serventi. Aumenta il numero dei ricoverati.
1867
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1870-1883
La crescita
Vengono aumentate le strutture. Il numero dei ricoverati ascende a circa 400, dei quali poco meno della metà sono donne. Queste si occupano di lavoro a maglia, di cucito e di ricamo. Gli uomini si occupano di lavori agricoli, di assistenza del bestiame in una cascina con circa 8 bestie, di lavori di giardinaggio, nella calzoleria e nella sartoria, e, ove è possibile, anche dei servizi interni.
1870-1883
1874
Custodia omofamiliare
Viene introdotta la consegna del paziente alla propria famiglia di origine “in custodia omofamiliare”: ne fruiscono 12 pazienti.
1874
1894
L'aumento di pazienti
I ricoverati continuano ad aumentare. Una commissione di studio della Provincia suggerisce di aumentare il sussidio per la Custodia familiare.
1894
1898
Andrea Cristiani
Il Direttore Gaetano Cappelli cessa il servizio, dopo 32 anni di attività. Diviene Direttore incaricato Andrea Cristiani.
1898

IV° periodo

Il “No. Restraint”

1900
Il no-restraint
I ricoverati dimessi in Custodia familiare sono 95. Alle famiglie viene dato un contributo in genere inferiore alla meta della retta giornaliera in Manicomio. Entra in servizio il dr. Andrea Vedrani, che traduce Kraepelin. Allievo di Murri a Bologna, ha lavorato con Tambroni a Ferrara, pubblicando sul Bollettino del Manicomio di Ferrara tutto il suo entusiasmo per la nuova nosografia kraepeliniana, osteggiata all'inizio dalla cultura ufficiale, neurologistica, in quanto sospettata di costituire un cedimento psicologistico. I dottori Paoli e Vedrani introducono, insieme al Direttore Cristiani, il No-restraint, cioè la proibizione di contenere i malati “agitati” con mezzi quali cinghie, funi, catene, manette, ecc. Paoli e Vedrani girano anche di notte per l’ospedale per sorvegliare l’applicazione del no-restraint. Non viene evidentemente compreso che per arrivare a non contenere i pazienti si deve prima cambiare il clima interno, evitare ogni violenza, rispettare quindi la dignità del paziente come persona, la comunicazione deve essere facilitata, orizzontale e non verticale, bidirezionale e non solo dall'alto al basso ecc.; c'era riuscito il Buonaccorsi dal 1817 al 1855 e nel 1839 in Inghilterra John Conolly, che per primo definisce il no-restraint; ci riuscirà nuovamente, almeno in parte, Gherarducci e il suo gruppo di medici e di infermieri sessant’anni dopo.
1900
1901
Il Collegio Medico
Andrea Cristiani diviene Direttore effettivo, fino al 1936. Con un gruppo di “valenti psichiatri" costituisce un Collegio Medico per la soluzione delle questioni importanti, istituisce il Registro degli Ordini di Servizio (nel 1899), migliora l‘assistenza intraospedaliera con l’affidamento familiare di malati tranquilli.
1901
1902
Le cartelle nosografiche
Istituisce le Cartelle nosografiche. Cristiani riferisce al congresso di Ancona dell'introduzione a Lucca della custodia eterofamiliare con ricoverati tranquilli affidati a famiglie di infermieri.
1902
1904
La legge sui manicomi
Viene promulgata dal Giolitti la legge sui Manicomi n. 36. Paoli e Vedrani pubblicano un articolo veemente contro questa legge.
1904
1905
Il registro alienati
Il Cristiani istituisce il Nuovo Registro degli alienati, bisessuale, a numerazione continua. Paoli pubblica un articolo sul no-restraint assoluto a Fregionaia: il no-restraint è necessariamente assoluto, e senza restrizioni mentali, altrimenti si tratta di mera réclame. Mette in guardia anche contro i manicotti di cuoio, le celle di isolamento, la contenzione chimica mediante sedativi; lamenta l’insufficiente rapporto infermieri/ricoverati previsto dal regolamento della legge Giolitti; conclude che un numero sufficiente di infermieri, unito al loro sincero entusiasmo, garantisce la possibilità di abolire completamente la contenzione.
1905
1913
La gestione provinciale
La Provincia comincia a gestire direttamente il Manicomio di Fregionaia, artefice il segretario provinciale Antonio Cappellini.
1913
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1936
Guglielmo Lippi Francesconi
Andrea Cristiani lascia il servizio, insieme al dr. Giuseppe Paoli, medico aiuto. Questo medico, nel trentennio precedente il pensionamento, educa gli infermieri ad essere consapevoli collaboratori dei medici in ospedale e in casa privata; sopperisce, col magro stipendio, allo sviluppo della biblioteca medica e del laboratorio per le analisi istopatologiche, aiuta molti medici all’inizio della carriera. Diviene direttore il dr. Guglielmo Lippi Francesconi. Sotto la sua direzione si attua la completa abolizione di qualsiasi mezzo di contenzione meccanica e fu artefice di una serie di provvedimenti diretti a migliorare sempre più l’andamento dell’Ospedale, le condizioni dei ricoverati, la loro assistenza, cura e alimentazione e lo stato degli ambienti.
1936
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1942
L'arrivo di Tobino
Mario Tobino prende servizio presso l’ospedale inizialmente come “medico assistente interno” con contratto a termine annuale.
1942

V° periodo

Seconda involuzione del clima umano all’interno dell’Ospedale

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1944
La fucilazione
Il Direttore viene fucilato dai tedeschi, per restare coerente ai suoi principi etici e professionali si oppose alle richieste di deportazioni dei pazienti e si rifiutò di collaborare alle infamie che venivano perpetrate sui malati dal regime nazi-fascista. Diviene Direttore il prof. Alessandro Pfanner.
1944
1948
Tobino primario
Va in pensione il dr. Alberto Vedrani, vicedirettore. Mario Tobino vince il posto di primario.
1948
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1954
Le pessime condizioni dei ricoverati
Le condizioni di vita dei ricoverati sono pessime: "...il personale era tenuto con abitudini e una disciplina davvero militaresca, la possibilità di comunicare tra medico e infermiere era molto ridotta ...Esistevano le celle con alghe di mare dove era tenuto il malato pericoloso giorno e notte. All’ora di colazione o di pranzo, in un piatto di galletta venivano messe la prima e seconda portata e un pezzo di pane”. Sulle cartelle dei degenti uomini si trova spesso traccia della presentazione al direttore di pazienti ritenuti adatti ad essere dimessi dal Primario dr. Giordano, con sotto scritto di pugno dal direttore: "Soprassedere. Rivedere fra tre mesi".
1954

VI° periodo

Interregno

1954
Mario Tobino
A seguito di malattia si ritira il direttore Pfanner; lo sostituisce, per due anni, in qualità di facente funzioni, il dr. Mario Tobino, Primario della Divisione Femminile.
1954
1956
Giovan Battista Giordano
Finito il periodo di direttorato Tobino, inizia il biennio del dr. Giovan Battista Giordano, Primario della Divisione Maschile.
1956

VII° periodo

Per la terza volte si umanizza l’ospedale l’Ospedale Paese

1958
Domenico Gherarducci
Viene nominato direttore, a seguito di concorso, il prof. Domenico Gherarducci, che tenta, all'inizio con enorme difficoltà e poi sempre più facilmente, di umanizzare l'ospedale, migliorando la qualità della vita dei ricoverati.
1958
1959
L'umanizzazione
Viene fatta una gita al Santuario di Montenero. Il direttore trasforma le "celle all'alga" in camerette, abolisce il piatto di galletta, cerca di offrire ai ricoverati tutta una gamma di attività ricreative, formative e lavorative, passa molto del suo tempo nei reparti, fino a conoscere tutti i ricoverati e le condizioni nelle quali sono costretti a vivere rendendosi conto della scarsa ed impropria utilizzazione degli infermieri, della necessità di una loro sempre maggiore preparazione, cerca la collaborazione dei medici. Medici, infermieri, alcuni tra gli stessi ricoverati, vengono valorizzati, sulla base del valore umanizzante dell'attività svolta.
1959
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1963
Il circolo sociale ammalati
Il Manicomio accoglie oltre 1228 ricoverati (695 uomini, 533 donne); le porte sono chiuse, le fughe frequenti. Viene introdotta in Ospedale la socioterapia che proviene dalla Francia contemporaneamente a Genova e a Perugia. Tre infermieri vengono inviati ad un corso del CEMEA: al loro ritorno vengono nominati "socioterapisti". Un tecnico radiologo, Franco Perna, insegna musica a un gruppo di ricoverati. Viene istituito il Circolo Sociale Ammalati, gestito da ricoverati, prima in una piccola stanza dove viene servito caffè e altre consumazioni da bar ad un prezzo assai inferiore che all'esterno; il piccolo margine di guadagno viene accantonato per elargizioni ai ricoverati più bisognosi o per comprarci articoli non forniti dalla Provincia (un televisore per reparto, materiale per la socioterapia, strumenti musicali ecc.).
1963
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1964
Il Festival
Viene inaugurato il I Festival della canzone che si svolge per alcuni anni (fino al 1968) e rappresenta pienamente il concetto di Ospedale Paese. "Si trattava di una festa paesana di tre giorni, durante i quali chiunque poteva entrare in ospedale, importante sia per la demitizzazione della malattia mentale sia perché 85% del personale sentiva la scadenza del Festival (al quale erano invitati tutti gli altri manicomi italiani) come l‘occasione per verificare il proprio operato e la giustezza della strada da seguire”. L'Ospedale si riempie di attività socioterapiche Il dr. Giovan Battista Giordano inizia a riordinare la Biblioteca Storica dell'Ospedale, instaurando il Registro delle pubblicazioni e i due schedari, per autore e per materia trattata. Presso il Circolo Sociale Ammalati viene istituita una “Banchina” gestita da un degente (ex impiegato di banca) precisissimo, per piccoli depositi fatti dai familiari per i congiunti ricoverati, ai quali vengono poi, giornalmente, in piccole quote, riconsegnati.
1964
1966
Le dimissioni frazionate
Vengono iniziate le “dimissioni frazionate”: per riabituare il degente alla vita esterna gli vengono concessi, in tempi successivi, permessi di sempre maggiore durata, da poche ore all'inizio, a due o più giorni, fino allo sganciamento definitivo, in accordo con i familiari.
1966
1967
La traduzione
Il prof. Andrea Devoto sta traducendo da tempo, e ne discute con i colleghi, Asylums di Erving Goffman, sociologo americano che per primo e con chiarezza nel 1961, enuncia l'organizzazione e le regole su cui si basano le istituzioni totali e i danni che producono; durante una visita a Gorizia lo fa conoscere a Basaglia che, pochi mesi dopo, comunque nell’anno successivo, battendolo sull'anticipo, ne pubblica la traduzione integrale.
1967
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1968
Primo convegno lucchese di psichiatria
I medici di Fregionaia espongono diverse relazioni sui risultati ottenuti a Lucca, al I Congresso Nazionale di Socioterapia di Vercelli. Si aboliscono reti e muri interni, viene abbattuto il grande cancello d'ingresso, iniziano regolari riunioni all'interno di ogni reparto, di staff e con i ricoverati, finalizzate a scoprire e definire regole di buona convivenza all'interno del reparto; viene istituita l’assemblea generale quindicinale di tutto il personale, convocata e sostenuta nella maggior parte dei casi dalla direzione, per discutere le grandi scelte di tipo organizzativo; le fughe diminuiscono fino a scomparire quasi del tutto. Avviene il I Convegno Lucchese di Psichiatria, a latere del Festival della Canzone, sul tema: “Rapporto medico-infermiere, infermiere-degente, medico-degente”. 1969 - Viene istituito il Servizio Esterno, finalizzato al reinserimento dei dimessi: gruppi formati da un medico e una coppia di infermieri (in genere un uomo e una donna) vanno a visitare a domicilio pazienti dimessi. Ben presto i medici condotti delle varie zone, conosciuto il Servizio, gli affidano casi nuovi. Si inizia ad aprire le porte, permettendo la circolazione libera dei ricoverati all'interno dell'Ospedale Psichiatrico.
1968
1968-1969
Dalla legge Mariotti al secondo convegno
Dall'aprile '69 nessun ricoverato in Osservazione, proveniente dall'esterno, viene associato al Manicomio, la durata media dei ricoveri in Osservazione scende da sei mesi a 15 giorni. Il 90 % dei ricoverati è stato trasformato in volontario ai sensi dell'art. 4 della legge 431/68 (conosciuta come Legge Mariotti). Le dimissioni sono aumentate. Vengono offerte ai ricoverati attività ergoterapiche (montaggio di giocattoli, di scatole, di fiori finti ecc.) prese da industrie della provincia e da queste retribuite. L'ospedale appare come un paese abbastanza operoso, formato da una Comune maschile e da una Comune femminile, con separazione dei sessi, almeno per quarto riguarda i ricoverati. II Convegno Lucchese di Psichiatria: “Coscienza del ricovero volontario: l’art. 4 della Legge 431/68 come prospettiva per un nuovo rapporto tra Ospedale Psichiatrico e Società”.
1968-1969
1970
Terzo convegno
Viene formato il Gruppo di aggiornamento sul modo di operare delle altre istituzioni psichiatriche, italiane e straniere; si lavora sulla letteratura disponibile e con gite periodiche presso altri ospedali (italiani e stranieri: Ospedale Psichiatrico di Mendrisio in Svizzera Dingleton Hospital a Melrose in Scozia da Maxwell Jones, Ospedale Psichiatrico di Reggo Emilia ecc.), per poi riferirne in sede di assemblea generale a Lucca. III Convegno Lucchese di Psichiatria: "Come si intende l'assistenza psichiatrica oggi, con particolare riguardo alle diverse province”. Cambia I ‘Assessore al Manicomio, a seguito delle elezioni provinciali
1970
1971
La deistituzionalizzazione
La Direzione decide di superare il concetto di Ospedale Paese, e, contro il parere dello staff e degli infermieri, in una drammatica assemblea, sopprime il Festival, che di quel concetto era una delle principali espressioni. Si fa comunque sempre più chiaro che lo scopo dell'azione psichiatrica non poteva limitarsi alla costruzione di una "gabbia dorata" o di "una nuova famiglia", per sua natura sempre paternalistica per il ricoverato, bensì nella ricerca di giungere alla sua dimissione evitandone le ricadute, prevenendo la prima ospedalizzazione. Si diviene coscienti che il forte miglioramento del clima all'interno del Manicomio, se strumentalmente valido per la deistituzionalizzazione dei vecchi ricoverati, non ha alcun valore per i futuri candidati al ricovero: per questi occorre lavorare fuori dell'Ospedale. Le poche forze disponibili si esauriscono in una continua ed estenuante attività domiciliare, per evitare le ricadute dei pazienti dimessi; si aprono allora ambulatori nelle diverse zone in cui era divisibile la Provincia. Sulle ceneri del Festival, nasce il Gruppo per la demitizzazione della malattia mentale: il personale già impegnato nella preparazione del Festival organizza piccoli spettacoli nel circondario (in teatri parrocchiali o scolastici), preceduti da una presentazione e seguiti da una discussione col pubblico sui vari problemi inerenti al disturbato di mente: chi realmente è costui, come tutti possiamo andar soggetti a disturbi psichici, come questa realtà sia estremamente diversa dalle diffuse credenze di sapore mitico, ecc. I ricoverati sono scesi a 996 (560 uomini e 436 donne). Inizia un grave dissidio tra l'assessore provinciale al Manicomio avv. Bicocchi e il direttore Gherarducci, che finirà tre anni dopo con lo sdoppiamento dell'Ospedale e la nomina di un secondo direttore (prof. Verano Del Greco). Cessano le attività retribuite, per motivi riferiti come 'sindacali' (viene affermato che possono configurarsi come lavoro nero), nonostante la direzione chieda di trovare un mezzo sindacalmente valido per il proseguimento di tali attività. IV Convegno Lucchese di psichiatria: “Esperienze psichiatriche extra-ospedaliere".
1971
1972
Quarto convegno
I ricoverati sono scesi a meno di 900. V Convegno Lucchese di Psichiatria: "Decorso ed evoluzione della schizofrenia". I parenti dei ricoverati nell'Osservazione maschile vengono invitati a riunioni quindicinali, che, precedute da una visita al reparto in tutti i suoi anfratti, sono incentrate sulla critica al personale e all'organizzazione, finalizzate al miglioramento del clima e della qualità della vita all'interno del reparto.
1972
1973
Quinto convegno
VI Convegno Lucchese di Psichiatria: “L'esperienza dell'assistenza continuativa".
1973
1974
Le porte aperte
Tutte le porte dell'OP sono aperte. I ricoverati sono 867. Per le numerose dimissioni, la forte diminuzione del periodo di degenza media in Osservazione e la mancanza di passaggio da questo agli altri reparti del manicomio, si prevede un prossimo smantellamento dell'ospedale psichiatrico e si pregusta la possibilità di riversare tutte le energie sul territorio. VII Convegno Lucchese di Psichiatria: "Esperienze di psicoanalisi nelle strutture psichiatriche". L'Ospedale viene sdoppiato in: Ospedale Est, direttore prof. Gherarducci, Ospedale Ovest, Direttore prof. Del Greco. Il personale medico raddoppia, i Primari da 4 divengono sette; la cultura cambia, gli obiettivi sono molteplici, rispecchiando le due diverse posizioni: crisi per l'Ospedale EST, alleanza per l'Ospedale Ovest nei confronti dell'Amministrazione.
1974

VIII° periodo

Terza involuzione del clima umano all’interno dell’Ospedale

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1978
L'arrivo della 180
Dopo la promulgazione della 180 il l3/05/78, il dr. Giovan Battista Giordano raccoglie gli strumenti della vecchia attività manicomiale, i reperti anatomici e gli antichi apparecchi scientifici nei locali del laboratorio ormai abbandonato, per istituirvi un museo specialistico psichiatrico. Si apre il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura nell'Ospedale di Campo di Marte, in un ambiente formato da sole 4 stanze e una cucinetta. Per 4 mesi si mantiene aperta la porta d'ingresso (senza che accada alcun fatto spiacevole). A Ottobre la degenza media è di circa 6 giorni.
1978
1979
Il pensionamento di Giordano
Alla dr.ssa Olga Raia viene affidata la responsabilità di una piccola villetta all'interno del recinto ospedaliero (Villa Verde) dove sono 10 lungodegenti, per la cui riabilitazione si prodiga, insieme ad una ausiliaria. Il dr. Giovan Battista Giordano riordina le vecchie carte del Manicomio in un Archivio Storico che copre il periodo che va dal 1813 al 1942; termina il riordino poco prima di andare in pensione, nell'aprile del 1979.
1979
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1980
L'involuzione
Va in pensione il dr. Mario Tobino: la Provincia gli dà in uso perpetuo la camera e lo studiolo dove ha abitato finora. Molte porte tornano ad essere chiuse: l'Ospedale dopo un'involuzione triste e mal contrastata, da Paese aperto, torna ad essere un manicomio chiuso. La dr.ssa Raia chiede che le venga concesso un infermiere in aggiunta alla ausiliaria già presente. Infatti Villa Verde viene usata dalla Psichiatria, come "scolmatore" del Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura e dal Servizio Sociale come struttura di accoglimento per tossicodipendenti. L'Ospedale di Fregionaia passa dalla Provincia all’USL n 6 - Piana di Lucca; inizia l'abbandono sia della biblioteca che dell'Ospedale in genere: un buon numero di infermieri viene trasferito a Campo di Marte, i quadri amministrativi a Monte S. Quirico, il portiere, andato in pensione nel frattempo, non viene rimpiazzato e vengono furti di ogni tipo.
1980
1984
Il tentativo di contrasto
Il prof. Gherarducci non riesce a contrastare l’involuzione in atto; amareggiato, va in pensione. Resta, direttore unico, il prof. Verano Del Greco.
1984
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1987-1999
Il laboratorio "Occasioni"
Nasce il laboratorio “Occasioni”: un’esperienza fatta da parte da parte di un piccolo gruppo di operatori assieme a ricoverati, amici, artisti, volontari, ecc. che si colloca nell’ambito di un processo di deistituzionalizzazione del cosiddetto “residuo manicomiale” e che ha come asso portante l’uso dell’arte sia come strumento di riabilitazione che come mezzo di contaminazione del manicomio.
1987-1999
1992
Le porte chiuse
Le porte dell'Ospedale da tempo sono di nuovo tutte chiuse. Il direttore amministrativo Pierotti e il Primario Gemignani (che regge l’Ospedale dopo che il prof. Royer-Carfagni ha sostituito il prof. Del Greco, passato al Reparto Neurologico di Campo di Marte) vanno contemporaneamente in pensione. Viene incaricato di dirigere l’Ospedale il dr. Giovanni Del Poggetto, con l’obiettivo di dimettere i circa 200 degenti e di chiudere definitivamente la struttura.
1992
1995
Gli ultimi ricoverati
I ricoverati sono 123, i dimessi ospiti di due strutture, Villa Verde e Colonia, sono 15; in grande maggioranza anziani, non autosufficienti, bisognosi di assistenza sono sistemati in quattro reparti (tre con le porte chiuse, uno aperte); gli altri, più giovani, con necessità di riabilitazione, formano sette piccole comunità, a porte aperte.
1995
1999
La chiusura
L’Ospedale chiude all’inizio dell’estate in corrispondenza della definitiva applicazione della Legge 180. Aprono i servizi territoriali per l’assistenza alla salute mentale.
1999