L’esperienza di Tobino celebrata a Siena

Dal 18 al 20 gennaio, presso il complesso museale Santa Maria della Scala di Siena la Fondazione Mario Tobino partecipa alla mostra “Graffi profondi dell’anima”. 

Per tre giorni una sala sarà interamente dedicata all’ex Ospedale Psichiatrico di Maggiano con allestimento a cura di Antonella Andreuccetti. Nell’occasione, venerdì 18 sarà presente la presidente della Fondazione, Isabella Tobino.

In collaborazione con l’associazione Inclusione Graffi Parole di Volterra, la Fondazione Tobino espone, in una sala dedicata nell’ambito della mostra, reperti dell’ex manicomio di Maggiano e un filmato a testimonianza delle attività all’avanguardia che qui si svolgevano per alleviare la permanenza dei malati, e per avviarli, fin dal 1960, ad un recupero della vita fuori dell’ospedale.  Unitamente a tutto questo è proiettata una parte di una intervista a Mario Tobino dove il medico scrittore viareggino parla del suo particolare rapporto con i malati.

“Le celle sono il luogo più doloroso. L’ammalato, il matto, vi vive nudo può urlare 24 ore su 24 senza che nessuno gli dica nulla, nominare selvaggiamente il nome di Dio, pisciare verso il muro, defecare ridendo, con lo sterco disegnare le bianche pareti…” Mario Tobino

1952 Nei manicomi lentamente ineluttabilmente penetrò il terremoto.. gli psicofarmaci avevano il potere di avvinghiare i sintomi delle malattie mentali, soffocare i deliri, offuscare le allucinazioni..” Mario Tobino























Parlare con i malati, riprenderli, riagganciarli, portarli alla nostra verità, alla libertà nell’ordine, tra i dolci essere umani.” Mario Tobino

La mostra, inaugurata lo scorso 19 dicembre presso il complesso museale Santa Maria della Scala si intitola “Graffi profondi dell’anima – il graffito di NOF4 e l’ospedale psichiatrico di Voltrerra”. La mostra, che nasce su proposta dall’associazione Onlus di Volterra, si sviluppa negli ambienti dell’ex refettorio dove sono allestite immagini del manicomio di Volterra assieme a ‘strumentazioni’ quali l’elettroshock, la camicia di forza e altro.  La corsia di San Galgano accoglie invece una piccola ricostruzione del giardino del Padiglione Ferri, dove è stato rinchiuso Fernando Nannetti e dove ha compiuto prevalentemente la sua opera (il graffito). Nella sala sono esposte porzioni del graffito che sono state staccate dal muro e che verranno poi definitivamente collocate presso il piccolo museo che è stato già da qualche anno realizzato presso l’ex Ospedale psichiatrico di Volterra.

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