Il Convegno “I liberi spazi di Maggiano e le architetture manicomiali in Italia” promosso dalla Prof.ssa Emanuela Sorbo dell’IUAV Università di Venezia, da Isabella Tobino Presidente della Fondazione Mario Tobino e dall’Architetto Marco Chiuso della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara, ha voluto riflettere in maniera multidisciplinare sugli aspetti sociali, economici e storici della condizione degli ex ospedali psichiatrici in Italia, a seguito della dismissione dovuta alla applicazione della Legge “Basaglia”.
Tale necessità di approccio interdisciplinare nasce dall’idea di coltivare la relazione tra i vari orizzonti problematici, alcuni, materiali, relativi alla conservazione fisica di luoghi, spesso oggetti tutelati ex parte seconda del codice dei Beni Culturali, e altri, immateriali, relativi all’impatto sociale, culturale, storico e psichiatrico al tema della malattia mentale.
Hanno portato i saluti istituzionali la Regione Toscana con l’assessora all’Istruzione Alessandra Nardini, l’ASLTO col dott. Rossi, la Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Lucca e Massa Carrara Angela Acordon, il Sindaco di Lucca Alessandro Tambellini, per la Provincia di Lucca Iacopo Menchetti e il Dott. Raffaele Domenici per la Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca. Tutti nei loro interventi hanno puntualizzato l’importanza del Convegno che ha il pregio di ricondurre il recupero dell’ex Manicomio di Maggiano all’ interno di un discorso generale nazionale che ha avuto talvolta esiti positivi, talvolta più problematici, ma che è necessario comunque affrontare.
Il bel progetto per dare nuova vita all’ex manicomio è stato presentato nel pomeriggio dall’architetto Piero Guicciardini dello studio Guicciardini&Magni Architetti Firenze per porre l’accento sulla situazione dell’ex Manicomio di Lucca e sulla speranza di un suo possibile recupero per una sempre maggiore fruizione da un pubblico per, ricordando il passato, aprire una porta sul presente e sul futuro della salute mentale. Importanti gli interventi che si sono susseguiti nella giornata con relatori provenienti da tutta l’Italia e che hanno permesso di conoscere, attraverso l’archeologia, le situazioni degli ex manicomi di Milano col Prof. Ferdinando Zanzottera del Politecnico di Milano, di Genova con la Prof.ssa Daniela Pittaluga dell’Università di Genova e degli ex manicomi sardi con la Prof.ssa Caterina Giannattasio dell’Università di Cagliari, delle Ville Sbertoli di Pistoia con il Prof. Andrea Ottanelli ed ancora interventi interdisciplinari sul diverso uso della fotografia degli spazi manicomiali con il Prof. Alvise Sforza Tarabochia dell’Universty of Kent. Il Dottor Enrico Marchi che ha presentato le buone pratiche di cura che si svolgevano a Maggiano improntate all’umanità e alla volontà di creare un’ amorevole comunità all’interno dell’Istituto in tempi ben precedenti all’idee innovative di Basaglia. Un convegno significativo che ha portato alla ribalta le difficoltà del futuro delle strutture ex manicomiali, futuro che è possibile realizzare solo attraverso una ragionevole condivisione ed un approfondito senso di appartenenza a questi luoghi da parte delle Istituzioni che sono coinvolte.
Pubblicati da Maria Pacini Fazzi gli atti del convegno nel volume “I liberi spazi di Maggiano e le architettura manicomiali in Italia” a cura di Emanuela Sorbo.
Le dinamiche della dimissione e del successivo abbandono degli ex ospedali psichiatrici e di Maggiano, in particolare, sono indagate come dispositivi per la lettura degli spazi e dei significati intangibili che essi disvelano nella storia d’Italia. Le immagini, i testi, le pratiche terapeutiche, i progetti architettonici, i documenti, sono alla base delle letture molteplici e multidisciplinari offerte dagli autori che costruiscono una poliedrica archeologia della visione.
Gli ospedali psichiatrici, veicolati dalla lettura della esperienza di Mario Tobino, sono descritti come metafora della trasformazione sociale e politica della Italia Unitaria fino agli anni di piombo e introducono al significato della loro conservazione nella società contemporanea.