Beppe dati in “A cosa pensano gli angeli”

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A cosa pensano gli angeli (L’antefatto)                                       

“Ogni messaggio è un angelo che precede il mondo da lui portato,

il significato che precede il linguaggio in cui è racchiuso”.

James Hillman (Senex et Puer)        

Prenotazione obbligatoria fino ad esaurimento posti: 0583 327243 (lunedì e mercoledì 9-17, martedì, giovedì e venerdì 9-13)

È stato come scendere in un pozzo buio illuminato a tratti da brevi lampi di pietà, un corridoio verticale nel quale sono sceso lentamente appoggiando i piedi su scivolosi gradini di coscienza.

In questa discesa ho incontrato e ascoltato 33 persone e posso dire che in ognuna ho sempre trovato un po’ di me stesso, un po’ di noi, poiché un sottile confine  divide la ragione dalla follia ed è solo la nostra arroganza di “esseri normali” che ci impedisce di percepire questa verità, è la nostra superbia che ci fa giudicare i sentimenti del debole di mente degni di disattenzione.

Mario Tobino, nel bellissimo libro “Le libere donne di Magliano”, scrive: “Non si vuol considerare che i sentimenti sono il più grande ed emozionante mistero, quelli che ci uniscono per un golfo sotterraneo con qualcosa di divino, con un Dio che non abbiamo visto ma sappiamo esistere e ci fa paura.”

È dunque la paura che ci ha sempre tenuti distanti da “loro”, eppure i sentimenti dei deboli di mente sono uguali ai nostri e se anche non fossero, trattandosi di persone, di esseri umani, meritano la nostra attenzione, ne sono più che degni.

Leggere le schede di queste persone, non lo nego, è stato particolarmente doloroso, trovarsi faccia a faccia con la sofferenza di uomini e donne gettate distrattamente nella vita dalla Natura, oppure abbandonate a se stesse per mancanza di amore, non è stato facile.

La prima reazione che ho avuto è stata di rabbia, poi la rabbia si è trasformata in un ragionamento pacato, costellato di parole di  dolcezza, di tenerezza, a volte anche d’ironia consentendo “loro” di prendersi una piccola  rivincita umana.

A prima vista leggendo le schede, gli avvenimenti, le situazioni familiari, le reazioni dei pazienti, sembravano uniformi e simili anche perché, come spiega bene Tobino: “I malati di mente in superficie sono tutti uguali, come nell’inferno sono tutti dannati, ma ognuno vi arriva per una sua vita completamente vissuta.”

Scendendo dunque più in profondità ho cercato di cogliere il particolare, di sottolineare quegli aspetti che caratterizzano una persona e la distinguono da un’altra,  che provocano una reazione invece che un’altra, sforzandomi di dar voce alle diverse  “ferite” che come bocche ho ascoltato… spero di esserci riuscito. 

Come ho già detto, in questo viaggio ho incontrato 33 persone, ma la cosa che più mi ha commosso è che vorrei parteciparvi è questa: da ognuna di loro, uomo o donna che fosse, alla fine del nostro incontro mi sono sempre sentito rivolgere la stessa straziante domanda: “Perché non sono stato amato?…” e ancora “Perché nessuno mi ha mai amata?…”

Beppe Dati

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