Domenica 29 settembre, ore 18 presso Villa Bertelli, Forte dei Marmi (Lu)
Una serata con Mario Tobino
testi di Mario Tobino
con Martina Benedetti
musiche originali Niccolò Buscemi
L’urgenza di riproporre a teatro le pagine di Mario Tobino ci pare assai significativa, in un periodo storico dove la Parola poetica è così quotidianamente perentoriamente mortificata dal linguaggio televisivo.
L’imbarbarimento dei comportamenti e la volgarizzazione degli intenti di questa nostra ambigua e miseranda epoca da basso impero fa a pugni con gli alti ideali che mossero dapprima il suo approccio scientifico (intriso di così grande spessore umano), poi l’intero suo percorso letterario: dove la Poesia permea diremmo interamente ogni sua pagina.
Tobino è maestro nel tradurre i fremiti della sofferenza fisica e psicologica dei più infelici che curò ed amò, e il suo messaggio si imprime nel ricordo, turbando il sonno a distanza di anni. Forse l’arte è proprio questo: sapienza nella descrizione del dolore.
Tobino si spinge in avanguardia ancora più in là, quasi scommettendo nientemeno che sulla cognizione del medesimo.
Non è semplice, il tema è anzi il più arduo. E drammatico, perché in Tobino l’arte non imita la vita, ma è la vita stessa: per dirla con Artaud, guarda caso qui un emblema perfetto, esatta quintessenza di Teatro e Follia.Le sue pagine sono di una bellezza pittorica, e accumulano al contempo una massa enorme di materiale formale, atmosferico, umorale. Gioco di contrasto e contrappunto, per dare voce ai più umili. Già di per sé una drammaturgia perfetta: a chi fa teatro, e musica, non resta che prendersi il lusso di dargli pienamente voce su un palcoscenico. (© 2015 Mondadori Libri S.p.A., Milano)