Mezzo secolo dalla pubblicazione di Tobino dedicata al Sommo Poeta.
“Da ragazzo, da adolescente, da giovane, da uomo, lessi i versi di Dante: mi rimasero addosso come il caldo dei cappotti d’inverno”
così Mario Tobino, confessa il suo rapporto con Dante, nell’appendice dell’opera a lui dedicata dal titolo “Biondo era e bello” pubblicata da Mondadori nel 1974 nella collana “Scrittori italiani e stranieri” fondata da Vittorio Sereni.
Dante Alighieri è per Tobino un filo rosso che attraversa tutta la sua vita. Ecco, infatti, che nel giugno 1963, sopito il clamore del Clandestino, Tobino inizia a rileggere e studiare Dante in preparazione di un progetto accarezzato da tempo: scriverne la vita, raccontarla al popolo.
Il medico-scrittore è mosso da due esigenze. La prima è più intima, personale: dare una testimonianza privata di una lunga fedeltà alla Commedia – “Ho amato Dante come si ama il proprio padre che da bambini ci prese per mano e dalla sua bocca ogni parola era dorata moneta”-; la seconda è collettiva: dare vita a una battaglia culturale per avvicinare Dante a italiani e stranieri.
Biondo era e bello è una biografia personalissima che di Dante racconta soprattutto la passione politica e i fervori battaglieri, le dissipazioni amorose, i dolori e le amarezze dell’esilio. Dante viene infatti ritratto a trent’anni, nella fase cruciale della sua attività politica, poco prima dell’esilio e della scrittura della Commedia. Tobino si fa storico, per spiegare, con pazienza didascalica, le vicende di Firenze all’inizio del Trecento. E si preoccupa, sin dal primo capitolo, di avvisarne i lettori, di scusarsi anticipatamente di questa lunga e necessaria introduzione storico-politica.
E’ tanta la commozione dell’autore nel vedere conclusa la biografia dantesca, pensando al duro lavoro compiuto con lo scopo di narrarne la vita con tutto il trasporto di cui era capace.
“Stasera – 16-02-1973 – dopo più di dieci anni di lavoro ho dato termine alla “Vita di Dante” che ha il giusto titolo: Biondo era e bello. Comincia ben avanti il 1965, ne passarono anni; che passione, fatica e letizia. Oggi commozione. Ho tenuto fede e durezza”.
E dopo un anno di revisione, in agosto 1974 arriva finalmente la stampa. In sopracoperta campeggia la Morte di Corradino, una stupenda miniatura tratta da uno dei manoscritti trecenteschi della Cronica di Giovanni Villani (il Chigiano L. VIII, 296, f. 112 v. della Vaticana).
L’8 settembre la prima copia arriva a Tobino che appunta nel diario: “Il sogno si è avverato”.
Il libro viene seguito da uno spettacolare lancio pubblicitario, giornalistico e televisivo e ha un immediato successo. . Nei primi giorni di novembre se ne stampa subito una nuova edizione per rifornire le librerie <Mondadori per Voi> su tutto il territorio nazionale. In dicembre è giunto alla terza edizione, con 32.000 copie vendute.
“Biondo era e bello” nel mondo