Leggende del medioevo narrano che alcuni “folli”, passando sotto le spoglie di Santa Dinfna – situate in un paese in Belgio chiamato Geel – fossero guariti dalle loro malattie mentali e la cosa portò Geel a popolarsi di “folli in attesa del miracolo”. I cittadini iniziarono ad accogliere in casa queste persone, a inserirli nel tessuto sociale e nei contesti lavorativi. Geel divenne così la prima comunità terapeutica, ideando un modello di cura che esiste ancora e noto come “inserimento eterofamiliare”. Il massimo rappresentante in Italia di questo modello è il centro esperto regionale iesa ASL Torino 3 e Giacomo Doni ce ne parla nel suo speech. Sottolinea come la casa stessa non è semplicemente una struttura architettonica ma un nucleo vivo, dove l’abitare può essere anche uno strumento terapeutico. Se il manicomio nasce per escludere, la famiglia può diventare uno spazio dedicato all’inclusione, in cui la normalità sa di rivoluzione.
Dal manicomio alla famiglia: istantanee di rinascita | Giacomo Doni
Leggende del medioevo narrano che alcuni “folli”, passando sotto le spoglie di Santa Dinfna – situate in un paese in Belgio chiamato Geel – fossero